ANTITHESIS JAZZ MEETINGS
Quando si ama il Jazz, lo si desidera, se ne viene attratti irresistibilmente, ci si abbandona e si viene trasportati nella sua Storia, al cospetto dei suoi protagonisti.
Quando si ama il Jazz, si sa per certo che non si impara a scuola, dove si imparano le regole.
Il Jazz si impara sul palco dei clubs, in mezzo ad altri musicisti, che sfidano, notte dopo notte, il prossimo accordo, la frase che verrà.
Il Jazz si impara dove le regole vengono trasgredite e riscritte, per far sì che la musica viva, fino alla prossima notte.
Gli Antithesis Jazz Meetings creano le condizioni per l'apprendimento del Jazz per esperienza diretta:
Suonare con un professionista
In questo incontro, un gruppo di partecipanti sta eseguendo un brano con, al pianoforte, Andrea Pozza.
Suonare con nuovi partners
Ci sono molte variabili: lo stile, il carattere, il livello... Ogni musicista è diverso. E' molto importante e formativo suonare ed interagire con musicisti con cui non si suona abitualmente.
Gestire il proprio spazio
Il jazz non è scritto. Pur essendoci una pagina, essa fornisce solo indicazioni aleatorie, per cui occorre imparare a gestire il proprio spazio in modo efficace, sviluppando l'orecchio musicale e la visione d'assieme.
Gli strumenti del jazz
Ogni incontro è guidato da un docente diverso, che può essere un pianista, un bassista, un batterista, un chitarrista, una cantante etc. Quindi, oltre alla musica d'assieme, a turno, gli allievi potranno osservare e relazionarsi con un maestro del loro strumento. Nella foto il sassofonista Stefano Riggi.